Nel 1886 i fratelli tedeschi Reinhard e Max Mannesmann ottennero il primo brevetto mondiale per aver inventato un procedimento per la laminazione di tubi d’acciaio senza saldatura. Tra il 1887 e il 1889 fondarono diversi tubifici in Germania e negli anni successivi la società Mannesmann consolidò anche la propria posizione all’estero acquisendo un tubificio in Galles e costituendone uno in Italia, a Dalmine.
L’acciaio è una lega di ferro e carbonio che si declina in quasi 3500 varietà. Tutte sono resistenti, durevoli e riciclabili infinite volte, grazie alle loro differenti composizioni chimiche, i vari trattamenti e le diverse lavorazioni. Ogni tipologia della famiglia presenta caratteristiche leggermente diverse, facendo dell’acciaio un materiale adattabile alle più svariate e particolari applicazioni. Utilizzato sin dal Neolitico con il nome di ferro, l’acciaio è diventato il materiale che conosciamo oggi tra il Settecento e l’Ottocento, con le rivoluzioni industriali. Nel tempo, perfezionando nuove conoscenze scientifiche e tecnologiche, le tecniche per lavorarlo si sono evolute e differenziate. Anche oggi la ricerca continua, per rispondere alle innumerevoli esigenze progettuali e di mercato, ma il più rivoluzionario processo di lavorazione dell’acciaio fu proprio quello per la produzione di tubi senza saldatura.
Il tubo senza saldatura è un oggetto che non si fa notare ma che gioca un ruolo importante in tanti ambiti: dai sistemi di estrazione del petrolio ai gasdotti, dagli acquedotti alle costruzioni, dall’industria alle infrastrutture. L’invenzione del processo Mannesmann ha infatti reso possibile realizzare tubi in grado di resistere a pressioni e stress meccanici elevati. I tubi senza saldatura sono prodotti a partire da barre di acciaio che vengono perforate e poi trafilate. Grazie alla loro capacità di sopportare grandi pressioni vengono utilizzati in una vasta serie di applicazioni.
Tra i numerosi oggetti che nella storia hanno previsto l’utilizzo di tubi senza saldatura, i più curiosi sono sicuramente le bombole per ossigeno utilizzate nella spedizione italiana che ha conquistato la vetta del K2 nel 1954.