
La Seconda Guerra Mondiale, iniziata nel 1939 e terminata nel 1945, vide lo scontro delle potenze dell’Asse, Germania, Italia e Giappone, ed il fronte alleato, di cui facevano parte Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Unione Sovietica e Cina.
Mentre i nazisti ampliavano sempre più le proprie conquiste, nel 1938 Germania e Italia strinsero il Patto d’acciaio con cui si stabiliva che se uno dei due paesi si fosse trovato in guerra, anche nel ruolo di aggressore, l’altro paese avrebbe dovuto intervenire al suo fianco. L’Italia non era preparata militarmente alla guerra, e Mussolini lo sapeva, ma Hitler sosteneva che non sarebbe scoppiata prima di due o tre anni, anche se in realtà era più vicina di quanto previsto.
Quando la guerra scoppiò l’Italia decise di non intervenire nonostante gli accordi, a causa dell’effettiva impreparazione dell’esercito e delle scarse materie prime. Le dimostrazioni di potenza della Germania e nello specifico la rapida occupazione della Francia fecero però cambiare idea a Mussolini, a cui sembrava che la guerra fosse già sul punto di concludersi a favore della Germania. Guidato quindi dall’idea di poter ottenere una vittoria gloriosa con sforzi minimi, il 10 giugno del 1940, dal balcone di Piazza Venezia, a Roma, da cui era solito parlare al popolo, il duce annunciò alla folla l’entrata dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale.
Le prime imprese italiane in guerra furono dei clamorosi fallimenti. La penetrazione nel territorio francese fu molto limitata e le perdite piuttosto alte. L’attacco agli inglesi nel Mediterraneo si tradusse in una sconfitta della flotta italiana in Calabria e nell’Egeo, mentre un’offensiva agli inglesi in Libia si fermò per carenza di mezzi. L’attacco alla Grecia nell’ottobre del 1940 si scontrò ancora una volta con una resistenza inaspettata e si dovette ripiegare in Albania. Nel 1941 gli inglesi conquistarono le colonie italiane in Africa orientale (Etiopia, Somalia, Eritrea). Era chiaro che senza l’aiuto dei tedeschi l’Italia non avrebbe potuto farcela.
Nel maggio 1943, dopo numerosi scontri, italiani e tedeschi furono definitivamente cacciati dall’Africa.
Nel luglio 1943 avvenne lo sbarco in Sicilia delle truppe anglo-americane, che in poche settimane conquistarono l’isola, in un momento in cui il governo fascista aveva ormai perso ogni credibilità e il malcontento della popolazione era profondo a causa delle continue sconfitte, l’aumento dei costi della vita, la fame e i bombardamenti subiti.
Il 25 luglio 1943 Mussolini venne invitato a rassegnare le dimissioni e fu arrestato, mentre Pietro Badoglio venne nominato capo del governo. L’8 settembre fu reso noto che l’Italia aveva stipulato un armistizio con gli alleati. Badoglio e il re fuggirono lasciando l’esercito italiano allo sbando, mentre il Nord e il Centro Italia vennero occupati dai tedeschi e il Sud dagli alleati. Il 12 settembre i tedeschi liberarono Mussolini dal Gran Sasso, dove era imprigionato, e creano un nuovo stato fascista del nord ribattezzato Repubblica sociale italiana (Rsi) o semplicemente detta Repubblica di Salò in quanto questa città sul lago di Garda ne era stata proclamata la capitale.
La repubblica di Salò si occupava anche di contrastare i partigiani che si riunivano in gruppi di azione patriottica in base all’orientamento politico. Fu così che in seguito nacque il Comitato di liberazione nazionale che puntava a dare vita a un’Italia democratica e antifascista.
Per quanto già nell’aprile 1944 si formò il primo governo di unità nazionale, solo nella primavera del 1945 si proclamò l’insurrezione generale, mentre i tedeschi abbandonavano Milano. Mussolini tentò di rifugiarsi in Svizzera travestito da soldato tedesco, ma venne catturato, fucilato dai partigiani ed esposto a piazzale Loreto a Milano. Quanto ad Hitler, il 30 aprile si sparò un colpo di revolver alle tempie nel proprio bunker sotterraneo. A questo punto, il Reich non potè che chiedere la resa agli alleati. Il 7 maggio del 1945 a Reims si firmò la capitolazione dell’esercito tedesco e le ostilità cessarono formalmente nei due giorni successivi.